“Con chi vorrebbe uscire a cena se potesse scegliere?”. Nelle interviste è una domanda classica. Molti preparano la risposta, per evitare di restare attoniti, a valutare l’appeal di ciascun elemento umano del bouquet planetario. “Con Leonardo DiCaprio”, risponde senza esitazione Alessandro Borghi. “Stavo per dire Gigi Hadid, ma sembrava scontato”.
A trent’anni, dieci dopo l’esordio in Distretto di polizia, dopo una serie di film e di interpretazioni notevoli, tra cui quella virtuosissima di Non essere cattivo, il film-cult di Claudio Caligari, Borghi è l’attore italiano del momento. Un paio d’anni fa ho visitato a Copenaghen una mostra archeologica sui vichinghi. Dietro le teche, i manichini vestiti con reperti di pelli, calzari, faretre con frecce, avevano esattamente l’aspetto di questo attore romano, residente alla Garbatella, il quartiere popolare dove è ambientato I Cesaroni. È come se gli artigiani che hanno lavorato alla mostra fossero calati a Roma, per costruire su Borghi il calco del vichingo esemplare. Zigomi alti e sporgenti, occhi liquidi dal taglio felino, corpo possente da lottatore, pelle chiara ambrata, barba e lunghi capelli barbarici. La cosa ancora più sorprendente è che Alessandro deve la sua fortuna non a ruoli da saga nordica bensì alla bravura con cui ha interpretato borgatari romani e malavitosi della suburra.
Ci dica della sua famiglia: parenti svedesi?
No, genitori romani, papà impiegato e mamma cuoca. Un fratello più giovane, pure impiegato. Casa di famiglia all’EUR. Niente di esotico.
Famiglia disastrata, conflitti, disperazioni?
Niente. Stiamo bene e ci vogliamo bene. Ci sosteniamo l’un l’altro. Nessun drogato né alcolizzato. Nessuna grana con la giustizia. Una tipica bella famiglia italiana. Vede queste iniziali tatuate sulle mie braccia? Sono quelle di mia madre, mio padre, mio fratello.
Allora ci spieghi come ha fatto a essere così convincente nel ruolo di Numero 8, il boss della mala di Suburra, in quello di Vittorio, il tossico spacciatore di Non essere cattivo – con quella memorabile scena di allucinazioni da cocaina -, e nella parte dell’ottuso borgataro Boccione di Il più grande sogno.
In questi personaggi così diversi dalla mia esperienza ho potuto mettere tutta la mia voglia di mostrare quanto mi piace questo mestiere. Non è che mi interessi raccontare solo le borgate romane, quello che mi piace è l’immersione in un ruolo. Poi sono anche un grande osservatore, e sono sempre stato a contatto con persone border line. Durante le riprese mi chiedevano: Ma tu ti sei drogato per fare queste scene così bene? E io: No, non mi sono mai drogato in vita mia.
Il più grande sogno, il suo ultimo film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e non ancora distribuito, ha una storia molto particolare.
Nel film interpreto l’amico di Mirko Frezza, il protagonista che si chiama così anche nella vita ed è davvero uno dei miei migliori amici. Quando l’ho conosciuto era appena uscito dal carcere, dopo sette anni. Faceva una vita identica a quella che si vede nel film. Mi entusiasmava la forza di questo uomo che cerca di riemergere ed è un esempio per tutti. Così sono andato da Michele Vannucci, il regista, e gli ho detto: Il primo che fa un film sulla vita di Mirko fa una cosa bellissima. Sembra incredibile, ma mi ha preso in parola. Quando ho visto il film a Venezia, ero così coinvolto che mi sono commosso. Restituisce perfettamente l’energia che Mirko ha usato per dare un senso positivo alla sua vita e alla sua famiglia.
Sta girando un nuovo film?
Sono uno dei protagonisti di Fortunata, il nuovo film di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini con Jasmine Trinca, Stefano Accorsi e Hanna Schygulla. I miei capelli lunghi sono extension, e non le ho fatte per vanità ma per via della mia parte. Però non posso dirle di più.
È vero che le è successo come a Kate Moss, che è stata scoperta per caso da un “cacciatore di modelle”?
Nel mio caso, invece, era un agente, quello che poi sarebbe diventato il mio agente. Mi ha fermato mentre uscivo dalla palestra e mi ha proposto un provino per Distretto di polizia. Avevo diciotto anni, mi ero appena iscritto alla facoltà di Economia ed ero anche uno stuntman. Da allora ho fatto tanta televisione, da Distretto a R.I.S., da Romanzo Criminale a Squadra mobile.
Cosa fa con il denaro che guadagna? Cosa le piace comprare? Arte contemporanea? Ferrari? Appartamenti?
I primi soldi che ho fatto come attore li ho usati per studiare. Mi sono pagato l’iscrizione all’Accademia di Arte Drammatica. Ma la priorità è sempre stata quella di sistemare i miei genitori. Voglio che facciano la vita che hanno permesso di fare a me.
Un bravo figlio italiano.
Mi sembra strano che qualcuno si comporti diversamente.
E una volta sistemati i genitori?
Comprerò una casa, ma non so dove. Non riesco a decidermi. Forse a Formentera: sono innamorato di quell’isola, ci vado tutti gli anni. Però devo vedere cosa succede nella mia vita.
Lei ora abita alla Garbatella. Cosa salverebbe se andasse a fuoco la sua casa?
Calcolando che è la casa dove sono cresciuti mio nonno e mio padre, probabilmente mi lascerei andare a fuoco con lei. Ci sono tutti i loro ricordi!
Come è il suo rapporto con le donne? Come le piacciono? Sui tacchi, con le giarrettiere?
No, non sono un feticista. Sono di basse pretese! Mi piacciono tutte le donne belle, e questo l’ho capito nella mia adolescenza quando cercando di immaginare la mia donna ideale finivo regolarmente tra le braccia di una completamente diversa. Forse, l’unica costante è che preferisco le donne non troppo alte, è bello che stiano tutte intere in un abbraccio.
È mai stato timido?
Da piccolo mi sentivo inadeguato, escluso. Per anni ho avuto lo stesso incubo: sognavo di picchiare delle persone con tutta la forza senza riuscire a fargli male. Vedevo anche la morte dei miei genitori. Era insicurezza allo stato puro.
Quando è cambiato?
È successo quando ho realizzato che non sarei mai diventato un bravo calciatore, che non avevo talento, e mi sono messo a fare pugilato. Poco dopo ho iniziato a sognare che picchiavo e facevo male.
È un seduttore alla DiCaprio o è un bravo ragazzo affidabile?
Sono fidanzato con Roberta Pitrone, una ballerina originaria di Agrigento. È molto gelosa: non potrei mai essere un DiCaprio. E poi sogno anche di avere dei bambini, se fosse possibile non mi dispiacerebbe averne uno già domani.
Le piacciono le donne, l’amore, i bei corpi e ha una fidanzata gelosa. Mi scusi, ma dove archivia le sue foto?
Adesso cerco di non metterle in iCloud, ma è troppo tardi, credo. La risposta a questa domanda potrebbe essere: Speriamo che non mi aprano il profilo.
E se uscisse un suo sex tape rubato, come reagirebbe?
Probabilmente non mi vergognerei, come è successo alle povere ragazze cui è capitato. La violazione della privacy è una violenza, ma sinceramente credo che mi farei una risata.