Camilla Baresani

Sommario

HENRI GISCARD D’ESTAING, AD di Club Med

- Io Donna - Corriere della Sera - Interviste

Lo si deduce osservando la storia di un caposaldo dei sogni vacanzieri degli europei, il Club Méditerranée (ribattezzato Club Med). Creato nel 1950 da Gérard Blitz, campione di pallanuoto belga, partì come villaggio di tende su una spiaggia di Alcudia, a Maiorca. L’idea, in un’Europa da poco uscita dalla guerra, era innovativa: proporre al ceto medio vacanze interamente dedicate agli sport, con la formula del “tutto-compreso”. Ma già nel ’55 le tende lasciarono il posto ai primi bungalow, a Tahiti, con una vacanza la cui formula implicava la disponibilità, appunto, di quattro mesi: due per il soggiorno, due per il viaggio d’andata e quello di ritorno, in nave.

Di esigenze e flussi del turismo ai tempi dello spread, ne parliamo con Henri Giscard d’Estaing, figlio dell’ex presidente della Repubblica francese Valéry, e a sua volta presidente, ma del Club Méditerranée, di cui è anche amministratore delegato. Un elegante cinquantaseienne col fisico solido e snello degli sportivi, come se i consigli d’amministrazione fosse abituato a tenerli sulla neve fresca o tra le onde anziché in un confortevole palazzo di Parigi.
Il 2011, almeno per Club Med è stato una buona stagione. Abbiamo addirittura aumentato il giro d’affari. Certo, la presenza degli europei è meno forte, e la clientela si è segmentata. Sono aumentati considerevolmente i turisti brasiliani e cinesi.
I brasiliani hanno stili ed esigenze simili alle nostre: sono sportivi, amano sciare, frequentano i villaggi sulla neve. Gli asiatici invece preferiscono rilassarsi: vogliono fare vacanze meno attive. Ma i cinesi sono molto curiosi e provano tutto.
Tutt’altro. C’è stata un’evoluzione naturale delle aspettative, che sono sempre più sofisticate. Tant’è vero che un tempo nessuno si sognava di chiedere la spa, bastava poter praticare più sport possibile, assistiti dai GO (gentil organisateur, gli animatori del Club, ndr). Oggi invece in un resort dev’esserci tutto, anche i trattamenti termali. Dopo aver sciato non si va a giocare a carte, si fa un massaggio.
Be’, non c’è dubbio che la formula del Club Med risponda brillantemente alla crisi della famiglia: non si è mai isolati come in albergo. A parte i genitori single, siamo adatti anche al fenomeno delle nuove famiglie allargate. Da noi vengono interi nuclei famigliari, composti da 15/20 persone, con figli e parenti di vari matrimoni.
Oggi si va sempre più lontano. Gli italiani e i francesi vanno alle Maldive. Gli asiatici vengono in Europa, mentre negli ultimi vent’anni il Marocco è diventato una destinazione molto internazionale. Così come la Turchia.
L’alta gamma definisce gli alberghi cinque stelle e i villaggi e resort quattro o cinque stelle (noi le chiamiamo tridenti). Se il mercato di media gamma ha perduto punti di percentuale, i fatturati dell’alta gamma sono saliti, per quanto ci riguarda, del 19%.
In realtà non abbiamo nessun bisogno di difenderci, perché per noi il mercato online è un’opportunità. Il web è la vetrina migliore per i nostri villaggi, perché è un immenso catalogo che mostra foto e film. È una porta d’ingresso che non fa che diffondere il nostro marchio.
Nei Club Med. Un po’ alla volta li visito tutti: quest’anno sono stato nel Sinai, sul golfo di Aqaba.
Guardi che nella cucina dei Club Med c’è stata una grande evoluzione. C’è qualità e scelta e i piatti vengono cucinati al momento, davanti al cliente. Certo che mangio al buffet!