Quando qualcuno dice “Aston Martin”, pensiamo “James Bond”. Ora potremo pensare anche “Katia Bassi”. Dagli uffici di rappresentanza di Londra e da Gaydon, Katia Bassi dirige lo sviluppo impetuoso del celebre brand di sport car. Studi a Pavia, a Milano, alla Columbia (“Ho avuto la fortuna di non riuscire a dormire, quindi ingannavo il tempo studiando”), sei anni alla Ferrari come Licensing Manager, un paio all’Inter come direttore commerciale, cinque come direttore italiano dell’NBA, infine dal febbraio 2013 Managing Director di Aston Martin Brands, cioè responsabile delle strategie di estensione del marchio inglese. Qualche numero: 101 anni di storia, 148 rivenditori in 44 Paesi, 70.000 sport car prodotte sino a oggi, tutte rigorosamente costruite a mano nella fabbrica/boutique di Gaydon. Il compito di Katia Bassi è quello di sviluppare le attività del brand, cioè di tutto quello che è extra core business. Nel caso di Aston Martin non si parla di gadget, bensì dello sviluppo di un vero e proprio lifestyle: perciò partnership nel ramo nautica e immobiliare, barche e compound di ville e appartamenti, per esempio a Taipei e Miami, progettati e arredati fin nel più minimo dettaglio nello stile del brand. Dice Katia: “Comprando un appartamento o una barca sei più propenso a fare un’esperienza completa che include anche l’auto. Il target è equiparabile”. Seguire lo sviluppo del brand porta Katia a viaggiare molto. Per fortuna è supportata dal marito, Silvio Valota, che si occupa di formazione comportamentale (parlare in pubblico, per esempio), oltre a essere uno scrittore di romanzi “vicini alla persona e alle emozioni del cuore”, e ad avere un talento di pittore: “La nostra casa di Londra è completamente invasa dai suoi quadri”. Mai subito discriminazioni sul lavoro? “Mai. A volte noi donne non ci proponiamo per ruoli decisionali. Io mi sono lanciata ogni volta e, come vede dal mio curriculum, ho sempre lavorato senza problemi in ambiti maschili”.