Illustrazione di Valeria Petrone
Qualche mese fa ho letto Care figlie vi scrivo, un libro di Marisa Bruni Tedeschi, mamma ormai ottantenne delle arcifamose Carla e Valeria. Marisa, che è una pianista, racconta, con piglio veloce e con una certa grazia stupefatta, episodi, incontri e tragedie della sua vita. Parlo di questo libro a Roberto, che mi ha portato una bottiglia di chardonnay israeliano prodotto sulle montagne della Giudea e, tra un bicchiere e l’altro, mi descrive il duello matrimoniale dei suoi genitori, protratto per decenni. Estenuato dai loro litigi, vorrebbe che si separassero. Loro, invece, usano la separazione come minaccia reciproca ma, per litigare meglio, finiscono per restare insieme.
Un capitolo del libro si intitola La scenata: un giorno, Marisa e suo marito Alberto, un ricchissimo industriale, salgono in auto per andare a teatro, e lui per tutto il viaggio la rimprovera perché un lampadario di casa ha una lampadina bruciata. La sgridata termina solo a teatro, davanti a Nureev che danza Il poema dell’estasi di Skrjabin. Poi, vanno a cena da amici e il marito sembra di ottimo umore. Però, in viaggio verso casa, Alberto ricomincia: “Per lui, le scenate erano come le puntate di un serial: le riprendeva esattamente dal punto in cui le aveva interrotte”. La mattina dopo, Marisa si presenta dal marito con una valigia e comunica che se ne va per sempre. Ma Alberto la guarda con dolcezza e si scusa. Le dice che non troverà mai un uomo che la ama come la ama lui. Marisa conclude il capitolo con questa considerazione: “Era vero, mi amava e anche io lo amavo. Se dovessi rivivere la nostra vita coniugale la rivivrei identica. Molti ostacoli, discussioni, ma anche molta complicità. L’ho tradito, mi ha tradita, ma non ci siamo mai lasciati. Subito dopo il nostro matrimonio non c’è stata più passione tra di noi. Gli tagliavo le unghie e gli facevo lo shampoo. Perché sua mamma non gli aveva mai tagliato le unghie e non gli aveva mai fatto lo shampoo”. Così, dico a Roberto che la complessità di un matrimonio non ha nulla da invidiare alla complessa storia dei monti della Giudea dove si produce il vino che stiamo sorseggiando. Ci sono così tante cose che sembrano andare per il verso sbagliato e invece, se le guardi in prospettiva, sono perfette, spesso persino ideali.