Illustrazione di Valeria Petrone
Nel 1982 uscì Cinque giorni un’estate, un film straordinariamente romantico che raccontava vari tipi di amori, incluso quello per l’alpinismo. Siamo nel 1932 e una coppia – lui medico di cinquant’anni, pieno di fascino e uso di mondo (è Sean Connery), lei molto più giovane e bella in modo non appariscente -, arriva in un villaggio dell’Engadina per una vacanza di cinque giorni. Dicono di essere marito e moglie, ma sono amanti: lui è sposato, ed è per giunta zio della ragazza. Ingaggiano una guida per una gita sul ghiacciaio del Bernina e viene assegnato loro un alpinista del paese, un ragazzo biondo e prestante. Dopo un po’, il giovane comincia a sospettare che la coppia sia clandestina – per via della differenza d’età che gli sembra eccessiva e anche moralmente ingiusta. Lei prova dei turbamenti, si confida con lui, ma quando tra di loro sta per succedere qualcosa…
La scena più famosa del film è quella in cui alcuni escursionisti scorgono un corpo ibernato in un crepaccio del ghiacciaio. Potrebbe essere quello di un giovane del villaggio, sparito in montagna quarant’anni prima, alla vigilia delle nozze. Per il riconoscimento chiamano la sua promessa sposa di allora, che non si è più sposata. La donna, una vecchina curva e rugosa, osserva con sgomento (e noi con lei) quel ragazzo dai lineamenti intatti, e lo riconosce. Lui ha conservato la bellezza, lei ha conservato la vita.
L’altro giorno ero con due amiche e gustavamo il vino rosato del più storico produttore di Brunello. A un certo punto abbiamo cominciato a passare in rassegna tutte le “relazioni horror” tra uomini troppo vecchi e donne molto giovani che ci venivano in mente. Arrivate al caso del poeta Ungaretti, che a settantotto anni ebbe un amore con la ventiseienne Bruna Bianco, ho sfoderato la trama di Cinque giorni un’estate. Sono cambiate tante cose nella morale collettiva, eppure la differenza d’età in una coppia (ora frequente anche al contrario) continua a sembrare innaturale, sbagliata, frutto di un calcolo o di una perversione. “L’unica differenza d’età che accettiamo con entusiasmo”, mi fa notare una delle due amiche, “è quella col vino. Ti è mai sembrato di fare qualcosa di sbagliato dando fondo a una bottiglia che ha vent’anni meno di te?”.