“Non resta che cercare di anestetizzarsi, nascondendo il fatto che non riusciamo a dare un zenzo alla nostra vita e ingannando i nostri figli per cercare di convincere meglio noi stezzi”. A declamare queste constatazioni da genitore nel pieno della crisi dei cinquantanni è l’insopportabile (anzi: inzopportabile, come direbbe lei) dodicenne Paloma, uno dei personaggi più di cartapesta della letteratura degli ultimi anni. Nel romanzo L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, Paloma è figlia di un ex ministro e vive a Parigi, “al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi”. Falsa sulla carta, lo diventa ancor più nella versione audio di cui vi parliamo (Emons, 6 CD, euro 23,90). Alba Rohrwacher, che la interpreta, sfodera una dizione da periferia di Aprilia, tutta un penzo, percorzi, inzeguire, dodisci, che rende ancor più tarocca la preadolescente altoborghese del logorroico romanzo. Alla voce di Paloma è alternata quella di Renée, una portinaia saccente che nasconde agli snob abitanti del palazzo la sua noiosa propensione a verbose e inconcludenti riflessioni filosofiche. La megera, proprio come la ragazzina, è afflitta da un malriposto complesso di superiorità. Nell’audiolibro la voce di Renée è affidata ad Anna Bonaiuto, che la sovraccarica di un tono teatrale troppo alto per quella che dovrebbe essere la confessione intima di un animo risentito. Se invece volete approfittare di un viaggio in macchina o di una seduta di jogging per ascoltare un audiolibro sorprendente, ecco Le piccole virtù di Natalia Ginzburg, letto da Giovanna Mezzogiorno (Emons, 3 CD, euro 18,90). È una raccolta di undici testi, scritti tra il ’44 e il ’61 e pubblicati nel ’62, subito prima di Lessico famigliare. La prosa è fluida, per nulla datata, con un’attenzione spiritosa e spesso pungente ai dettagli più semplici e illuminanti. Il ritratto dell’amico Pavese: “le assurde e tortuose complicazioni di pensiero nelle quali imprigionava la sua semplice anima”; la spassosa enumerazione delle differenze tra lei e il secondo marito; la descrizione divertente e spietata dell’Inghilterra; e due racconti che rimandano al terremoto d’Abruzzo: l’inverno a Pizzoli, vicino all’Aquila, dove si trasferì coi figli per stare vicina al primo marito, lì internato; e l’analisi dei sentimenti di chi ha vissuto la tragedia di avere la casa bombardata: “Chi ha visto le case crollare sa troppo chiaramente che labili beni siano i vasetti di fiori, i quadri, le pareti bianche. Sa troppo bene di cosa è fatta una casa. Una casa è fatta di mattoni e di calce e può crollare”.
La Mezzogiorno legge con la giusta voce sommessa, una voce interiore, non da palcoscenico. Il suo è un ritmo veloce, spoglio, eppure sa assestare qua e là delle pause in levare, come sottolineature ben scelte. È un tono a tratti affilato e sarcastico, altre volte invece rapidamente dolente, mai lezioso o teatral-commosso. Dopo aver ascoltato il libro viene la necessità di correre a comprare la versione cartacea (Einaudi, euro 10), per riassaporare certi passaggi. La brillante introduzione di Domenico Scarpa va letta per intero, è un racconto nel racconto.