Ogni volta che leggo un romanzo di Gaetano Cappelli mi diverto e soprattutto mi stupisco. Dal punto di vista tecnico è un grande inventore di trame rocambolesche, nella scia della nobile tradizione del romanzo d’avventura alla Dumas. Anziché darci moschettieri tra l’eroico e il caricaturale, provincia francese, sordide locande e battaglie all’arma bianca, ci ingaggia con le storie di scrittori e cantanti falliti o fallimentari, ambientate nella provincia irpino-pugliese tra produttori di vini ricercati e donne velleitarie e per nulla sottomesse; e le battaglie anziché all’arma bianca sono perlopiù erotiche. Nel suo ultimo romanzo “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” c’è un fantastico capitolo dedicato al cantante confidenziale Dennis Galatone. Pagine che sono un concentrato di stile cappelliano: c’è la svolta della fortuna che proietta il cantante del gruppo I Cormorani dalla nativa Laconia a Los Angeles, c’è il successo imprevedibile e subito goffamente perduto, c’è il ritorno in Puglia cercando di campare di serate tra Bitonto e Barletta, sfruttando la passata gloria americana (con la hit Do you like pasticciotto?), c’è in definitiva la descrizione/parodia di un mezzogiorno che da un lato sogna l’America e dall’altro è pervicacemente attaccato alle sue tradizioni, al suo folklore, ai suoi dialetti…
Ah, impareggiabile Cappelli! Come lui non c’è nessuno, e se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.