Per farsi ricordare, poche cose sono efficaci come regalare un libro: tra tanti oggetti di dono è forse l’unico destinato a durare davvero. I vestiti e ormai anche i gioielli vengono dismessi a ogni battito di moda; musica e film hanno cambiato tre o quattro sistemi di riproduzione nell’arco di un paio di decenni, con conseguente inutilizzabilità di tutto ciò che non sia adeguato alle nuove e perennemente mutanti tecnologie. Con un libro invece non c’è rischio: se ben scelto non subisce la moda, non ci si ingrassa o dimagrisce dentro, e da secoli si legge, si sfoglia e si annota sempre allo stesso modo. Azzeccato il titolo di quelli che regaleremo, avremo la certezza di diventare indimenticabili: a chi non è capitato di estrarre un volume dalla propria biblioteca e, leggendo la dedica, innescare una serie di ricordi che riguardano l’autore di quelle parole e del relativo dono? Bisogna dunque selezionare opere significative, che in caso di sfoltimenti della libreria nessuno si sogni di eliminare. Eccovi allora una piccola selezione di libri che non reclamano d’esser letti seduta stante in quanto “novità” o “strenne”: si tratta se non proprio di classici quantomeno di testi preziosi, perché appartengono al genere che gli editori faticano a ristampare, e sono quindi da custodire gelosamente perché difficili da rimpiazzare. Godibile per tutti i palati, e in particolare adatto a donne briose o, come si usa dire adesso, autoironiche, è l’antisentimentale Adelaide di Joseph Arthur de Gobineau (Sellerio, E 5,16). Scritto con quella perfezione stilistica e di senso che solo le storie brevi riescono ad avere, Adelaide è la descrizione brillante e sottile dei rapporti di una madre e una figlia, che per sfidarsi e duellare fra loro usano a mo’ di arma un uomo decorativo e sprovveduto. All’amica emotiva e dagli amori tormentosi, o a quella dal matrimonio banale, che quindi i tormenti li brama, conviene regalare l’unica opera di Elizabeth Smart Sulle fiumane della Grand Central Station mi sono seduta e ho pianto (SE, E 15,49), un commovente racconto in prosa poetica che descrive le tappe emotive di una passione vibrante e autolesionista come solo le donne sanno averne; al centro di questa passione infelice, scritta e pubblicata per la prima volta nel ’46, l’amore per un uomo sposato. La traduzione, bellissima, è di un vero poeta (Rodolfo Wilcock). Sempre nel campo della prosa con valenze poetiche, agli amici che hanno amato la grande letteratura russa va regalato il romanzo di Venedikt Erofeev Tra Mosca e Petuški (Fanucci, E 13): fantasioso, ironico, straziante, è il racconto di un viaggio in treno scandito da folli bevute di vodka. Amore, massimi sistemi, facezie, deliri da alcool nell’opera, famosissima in patria, di un autore morto nel ‘90. Infine, abbandonando la narrativa, un altro regalo prezioso che vi renderà memorabili agli occhi dei vostri amici che amano cucinare. Si tratta di sei volumetti della Marsilio (intorno ai 12 euro), usciti negli ultimi anni e tutti rintracciabili in libreria: Nel segno del baccalà, Cade a fagiolo e Sua Maestà il Maiale di Flavio Birri e Carla Coco; Le magie del tonno di Silvio Torre; Saporitissimo giglio (eufemismo di aglio) e L’alice delle meraviglie di Mitì Vigliero Lami. Ognuno di questi libri è composto da notizie storiche, curiosità lessicali, aneddoti e proverbi, nonché da gustose ricette della tradizione regionale di semplice esecuzione. Sono quei libri che negli anni non si fa che riprendere in mano, una volta alla ricerca di una ricetta, un’altra cercando detti o modi di dire dialettali. Eccoci quindi pronti a restare impressi nella memoria dei nostri amici: non manca che inventarsi una bella dedica.