Undici minuti di Paulo Coelho è il romanzo più venduto al mondo negli ultimi mesi. Eppure la storia, la dedica, lo stile, l’incipt, sono un concentrato di elementi irritanti, una furba idiozia. Eccovi la ricetta del romanzo: qual è il film romantico di maggior successo degli ultimi anni? Pretty woman. Iniziamo dunque con :“C’era una volta una prostituta…”, bella (va da sé) e originaria di una cittadina “onesta ma povera”del sertão brasiliano. A Ginevra, dopo nove mesi di lavoro, facciamole incontrare un famoso, ricco, giovane artista, infelice e deluso: sarà amore a prima vista. Torniamo alla ricetta: qual è la religione più diffusa tra i lettori? Il cattolicesimo. Bene: dedichiamo il libro a uno sconosciuto incontrato nella grotta di Lourdes, e citiamo Dio a proposito o sproposito – tanto fa lo stesso (“Quando la sua mano mi ha portato al quarto orgasmo, sono entrata in un luogo dove tutto sembrava pervaso di pace; poi al quinto, ho conosciuto Dio. Allora ho sentito che ricominciava a muoversi dentro di me, mentre la sua mano continuava a titillarmi, e ho detto: “Mio Dio”, abbandonandomi a chissà cosa, all’inferno o al paradiso. Si trattava del paradiso. Io ero la terra, le montagne, le tigri, i fiumi che scorrevano fino ai laghi, i laghi che si trasformavano in mari.”).
Continuiamo: qual è il nome di donna più diffuso e ricordabile in tutte le lingue? Maria: così si chiami la prostituta. Vogliamo però esser comprensibili a un pubblico ancora più vasto? Maria passeggia per Ginevra: “Sorrise alla presenza invisibile, che assomigliava alla Madonna, alla madre di Gesù”. Geniale specificazione: un maori o un coreano potrebbero non saperlo.
Non basta: la parola più ricercata su internet è “sex”? Scodelliamo contenuti porno-soft, lezioni di sesso ammannite da Coelho per interposto personaggio: dalla bibliotecaria, alla clientela sado-maso, alla prostituta brasiliana, tutti dialogano e pensano e scrivono diari con le stessa concettosità, col medesimo lessico. Un cliente parla alla prostituta di Platone, con toni alla De Crescenzo; e lei vede quel cliente come “un Ulisse che veniva da Londra, un Teseo che arrivava dal cielo”. Per spiegarle le fruste sado-maso, costui parte da Sparta e arriva alle vite dei Santi (“il dolore una volta superato è in grado di condurre all’estasi divina”). Un’implausibile bibliotecaria svizzera di mezz’età rivela a Maria: “proprio come il clitoride fu un’‘invenzione’ di quell’italiano, il punto G è una ‘conquista’ del nostro secolo! Ben presto occuperà i titoli di tutti i giornali, e nessuno potrà più ignorarlo! Riesce a immaginare il momento rivoluzionario che stiamo vivendo?”
Sono dialoghi comici, da fratelli Guzzanti, in cui Coelho vuol mostrarsi esperto del sesso femminile, riducendolo a una questione anatomico-funzionale. E non oso immaginare cosa può succedere nel silenzio delle camere da letto coniugali, dopo che le signore hanno letto Undici minuti: “si masturbava davanti a lui, pronunciava frasi romantiche e volgari quasi fossero la stessa cosa, aveva un orgasmo dietro l’altro, svegliava i vicini, destava il mondo intero con le sue grida”.
A ognuno le sue colpe, anche il traduttore ci mette del suo: “mescé dell’altro champagne, servendolo col caviale” (“mescé”? versò!), “eppure può essere considerato erroneo” (dal diario della prostituta, “erroneo”!), per arrivare a un vertice di umorismo involontario: “Aprì le gambe, aspettò che lui raggiungesse l’orgasmo (non le sovvenne di fingere di averlo anche lei)”.
“ ‘Vi sovvien’ dice Alberto di Giussano”: da Carducci a Coelho in Undici minuti.