Lo scenario di Misterious Skin è quanto mai affascinante: il Kansas, con le sue sterminatezze agricole, con gli infiniti campi punteggiati di stoppie e interrotti di tanto in tanto dal profilo di silos colmi di grano, coi suoi caldi accecanti e i freddi estremi. Con la noia che esalta le inquietudini e con i suoi luoghi letterari, nella fattispecie Holcomb, “dove era vissuta la famiglia assassinata nel famoso libro” (cioè A sangue freddo). Alcune scene, tra le quali la goffa macellazione di una tartaruga e la gita in un’oasi naturalistica prima che Neil parta per New York, sono memorabili. La prosa, asciutta ma tutt’altro che banale, è molto efficace e ben sostenuta dalla traduzione. Volendo andare per il sottile si potrebbe addebitare allo scrittore, qui al suo esordio, l’eccesso di metafore che, in bocca ai cinque io narranti, li rende – solo in questo dettaglio – uguali l’uno all’altro, come tanti piccoli bravi studenti di corsi di scrittura creativa.