Book cellar. Accostamenti di vini e libri
Superando l’idea che il vino vada accostato a un piatto (del resto anche Gualtiero Marchesi lo sosteneva), continuiamo a proporre degustazioni che sommano il piacere del palato a quello della mente. Per cominciare, ecco una bottiglia straordinariamente letteraria: il Barolo Castelletto del Castello di Perno. Il maniero con le colline circostanti, di proprietà del giurista Gregorio Gitti, è stato sontuosa dépendance della Giulio Einaudi Editore, luogo dove molti autori, tra cui Primo Levi, soggiornarono in cerca di ispirazione. Oggi, vi si produce un “barolo neoclassico” affinato 18 mesi in rovere austriaco. Un vino di splendido color rubino, al naso leggero e intenso, con tannino setoso poco invadente e note persistenti di frutta rossa, di violette e sottobosco. Sorseggiando questo Barolo che sa di letteratura, dotiamoci di un libro imprescindibile: Manifesto incerto – Sotto il cielo di Parigi con Nadja, André Breton, Walter Benjamin di Frédérik Pajak. Secondo volume di nove, è una biografia per frammenti e squarci di Parigi e dei grandi artisti e letterati che l’hanno attraversata nel secolo scorso. Un entusiasmante racconto grafico, con testi e citazioni aforistiche corredati da tavole a china in cui domina il suggestivo tono dell’ombra. Si presta ad essere aperto in qualsiasi punto e fa venir voglia di leggerlo in avanti e indietro, andando alla scoperta di frasi, citazioni, dettagli di vita vissuta.
Raggiungiamo poi la valle della Mosella, con i superlativi Riesling prodotti in climi rigidi (siamo più a nord della Champagne), su pendii scoscesi, toccati da raggi di sole riflessi dalle acque dei fiumi. Consigliamo una bottiglia per cultori: il Marienburg Rothenpfad Clemens Busch, prodotto da vigne cresciute su ardesie rosse (non sulle più comuni grigie), che conferiscono una maggiore complessità. Pieno, strutturato e però morbido, burroso con note di pane. Continuando a viaggiare, questa volta nell’Ottocento, accostiamogli le pagine avvincenti di Nietzsche on the road, di Paolo Pagani. Vi si racconta la vita da fugitivus errans del filosofo tedesco, uno dei tre maestri del sospetto secondo la celebre definizione di Paul Ricoeur. Una biografia appassionante, piena di aneddoti, pensieri e viaggi.