Ai Marmi, amichevolmente detto Obitorio, è una storica e imprescindibile pizzeria della scena romana. Esiste dal 1931 e deve il nome alle lastre marmoree che rivestono tavoli e pareti. Se oggi la cosiddetta pizza gourmet impera, con farine e ingredienti ricercati e lievitazioni magistrali, ai Marmi tutto è normale alla vecchia maniera, né DOP né IGP. Eppure andarci è uno spettacolo: sempre pieno, è un osservatorio fenomenale sulla gens romana, i camerieri sono acrobatici, è un ricettacolo di modernità ormai sorpassate: le insegne al neon che pubblicizzano “filetti di baccalà, supplì al telefono, fagioli al fiasco, con cotiche, con osso di prosciutto, all’uccelletto con salsiccia”; il listino prezzi con i caratteri mobili applicati uno a uno; le pizze basse e basiche, prive degli svolazzi della contemporaneità. Dovrebbe proteggerlo il FAI. Napoletana e margherita a 6,80 euro. Non si pagano servizio e coperto.