A Milano un luogo come il Cuccurucù non c’è né potrebbe esserci. Non avrebbe il pavimento della terrazza in erba sintetica, un architetto designer lo avrebbe uniformato allo stile del momento, e il menù sarebbe fatto di piatti rivisitati. Invece siamo a Roma, accanto al Ponte della Musica, sulla sponda del Tevere limaccioso, sopra la passeggiata con le rive piene di spazzatura. Gli arredi di questo grande locale a vetrate e con terrazza sono tradizionali così come il menu: carne, pesce, pizze, fritti. C’è tutto, non particolarmente costoso, molto curato nel servizio e nella qualità, con porzioni alla romana (a Milano sarebbero la metà). La cosa più gustosa, poi, è osservare i frequentatori e ascoltarne le conversazioni sotto l’ombrellone. Avvocati, millantatori, impiegati della Farnesina, del Coni, giornalisti Rai, vecchie glorie delle sfilate di alta moda… Il menu è vario così come l’umanità che lo frequenta.