Prima o poi ci sono andati tutti, il Matriciano è un grande classico. Era anche bello, alla maniera senza tanta fantasia delle trattorie romane. Poi è arrivato il restyling, necessario per le cucine, che però ha reso anonime le sale, con uno stile da anni ’90 a Milano, e con certe mensole a sbalzo all’altezza della nuca del cliente, che rendono preferibili i tavoli al centro della sala. Al Matriciano non si conosce crisi, è sempre pieno di habitué – professionisti durante la settimana, famiglie dal nonno al nipote la domenica -, una garanzia come quando vai al ristorante giapponese e ti fidi solo se è pieno di clienti giapponesi. Ci si va per i bucatini alla matriciana e i tonnarelli cacio e pepe, per l’abbacchio al forno con patate e la trippa, per il fritto di cervella e zucchine. Camerieri della cara buona vecchia scuola, proprietari vigili e amichevoli. Antropologicamente interessante. 50/60 euro.