La vicenda del Caffè Greco è assai complessa. Ci sono i proprietari della licenza, tutelati da 4 vincoli del Ministero dei Beni Culturali sui circa 300 quadri, statue, cimeli del locale più antico di Roma. Unica vetrina di via Condotti dove non si vendano vestiti, borsette, gioielli. E poi c’è la proprietà, l’Ospedale Israelitico, che nel 2017 non ha rinnovato il contratto d’affitto dei muri. Siamo ormai alla Cassazione, di cui è imminente la sentenza. Comunque vada, fate un ripasso. Curiosate nelle 9 sale, prendete un dolce (preparato dalla pasticceria interna) o un tramezzino, bevete qualcosa, osservate la fauna cosmopolita dei clienti e respirate i 264 anni di storia di questo locale che presto potrebbe non esserci più, col suo aspetto e con la sua proposta gastronomica fané (e non eccelsa), diversa da quella che magari diventerà l’ennesima filiale stereotipata dei marchi del lusso internazionale.