Dalle 11 fino a sera, quando si riempie per l’aperitivo, da Camillo si sta ben distanziati, in pieno sole, e soprattutto dal lato migliore di una piazza Navona svuotata dalle masse turistiche e dal disturbo visivo del kitsch bancarellaro. Con davanti agli occhi la facciata di Sant’Agnese e l’erbetta che spunta dai bordi dei sampietrini poco calpestati, si è al colmo della beatitudine. L’interno è chiuso per ristrutturazione, all’esterno manca un po’ di cura (ma volete usare almeno delle tovagliette di carta?), però i pochi piatti proposti dalla cucina non sono come ci si aspetterebbe in una delle piazze con l’offerta turistica più scadente d’Italia. I figli del proprietario hanno innovato il menu, dedicandosi a una sorta di world food di qualità. Ottime le fettuccine in burro d’alpeggio, miso e buccia di lime; gustose le polpette della nonna alla brace, la lasagnetta funk, il pollo fritto alla coreana.