Molto noto tra gli amanti della pizza, il Grottino al Testaccio è antimoderno. “Dal 1936 offre al pubblico una vasta gamma di prodotti scelti con cura”: già una frase simile, senza tutte le sciocchezze anglicizzanti e i luoghi comuni della contemporaneità, ci rassicura. Non dobbiamo sorbirci lezioni su farine particolari, lievitazioni pirotecniche, assemblamenti innovativi. Quella del Grottino è una pizza non gourmet, molto sottile e scrocchiarella, un po’ sbruciacchiata sui bordi, che lascia sul palato una sensazione di leggerezza per cui ci si illude, tornando a casa, di essere addirittura dimagriti. Imbattibili la margherita e la parmigiana con melanzane. In lista ci sono anche pizze alla napoletana, con il cornicione lievitato, ma riscuotono un successo inferiore. Molto apprezzati i fritti, eseguiti perfettamente nella formula classica: i supplì, i filetti di baccalà, i carciofi alla giudia.