Nella Roma deserta dei Parioli, con farmacie e alimentari sbarrati (“Riapriamo il 6 settembre”), L’Euclide pare una risorsa: infatti i tavoli sotto il portico sono quasi tutti pieni. Ci si sta bene, se vi piace guardare le persone: c’è la bella ragazza con due cani, i prototipi di maschio pariolino, le signore ben manutenute, qualche faccia impiegatizia. Quanto all’offerta di cibo, ci sarebbe bisogno di un vigoroso svecchiamento. A parte i tramezzini, abbastanza buoni, supplì e mozzarelle in carrozza e fette di pizza hanno un’aria tra il gommoso e il rappreso, le teglie di paccheri con calamari e i filetti di dentice alla pizzaiola sguazzano nel sugo oleoso, le pennette alla crudaiola sono da mensa universitaria. Servizio veloce se non sbrigativo. Se chiedi acqua ti porgono la bottiglietta di plastica. Scusi, posso avere un bicchiere? E arriva un bicchiere gocciolante e ancora bollente di lavapiatti.