Il ristorante cinese Lin è un ibrido: non ha il kitsch dei draghi di carta impolverata appesi alle lanterne rosse e non ha l’eleganza dei cinesi di lusso. È pulito, economico, disadorno al limite dell’ambulatoriale, si ascolta meravigliosa musica classica (piano concerti di Schubert, per esempio), e offre piatti cinesi senza ibridazioni fusion, con materia prima italiana tracciata. Il menu è molto accurato nelle descrizioni e nella specifica degli alimenti utilizzati. Wan Tun in brodo (ravioli ripieni di carne suina e gamberi); insalata di alghe con salsa di soia, zenzero, sesamo e succo di agrumi; spuntature di maiale stufato con vino di riso, anice stellato e cannella; anatra speziata, disossata e fritta con puré di taro e daikon sottaceto; funghi shitake e auricolaria saltati con cipollotto fresco… Il proprietario molto gentile parla ottimo italiano e descrive bene i piatti. A due passi da via Po.