Il problema del sushi e delle sue derivazioni strampalate sta nell’origine del pesce crudo. Nessuno la conosce, spesso nemmeno chi confeziona i piatti. Lo si prende dal fornitore già sfilettato e abbattuto. Facile che si tratti di pesce allevato nel più intensivo dei modi, in pratica i polli di batteria del mare. E chissà di quale mare. Capita col sushi, capita col poké, il ciotolone di riso, avocado, alghe, sesamo, salsa dolciastra e pesce crudo della tradizione povera dei pescatori hawaiani. Non è costoso, nutre, dà l’idea di non appesantire. Da Mandala Poké (all’Ostiense e all’Eur), hanno deciso di invertire la rotta corrente e hanno ingaggiato gli imbattibili fratelli Regolanti, di Romolo al Porto di Anzio. Dunque, pesce fresco italiano, comprato all’asta del pesce. Con 10 euro avrete un poké con verdure di qualità, frutta secca e ingredienti di livello. Da provare. Anche a domicilio.