Nel ventre di Palazzo Taverna (nell’antica sala d’armi), c’è un locale che evoca l’atmosfera di Chicago. Nonostante alcuni piatti succulenti di cucina romana, come l’amatriciana e come i ravioli alla carbonara, avvolti nel guanciale di Norcia e ripassati alla brace, l’enfasi al Sant’Elena è sulla grande brace a vista e sulla qualità e varietà delle carni pregiate: Rubia Gallega, angus iberico, danese, manza mora del Baltico, Phenomena 10+, chianina, picanha e via elencando razze, tagli e supreme marezzature. Ma poi, a parte l’offerta gastronomica bistecchiera, se al Sant’Elena ci andate di venerdì alle 21,30 c’è una band di professionisti che suona swing jazz. Appassionante. Luigi Coppola, proprietario e professore di anatomopatologia alla Sapienza, vigila sulla qualità del menu, mentre il restaurant manager Cristiano Costa, appassionato di jazz, vigila sulla sala e sulla proposta musicale.