Gardone e Gargnano sono la Capri e Anacapri del lago di Garda. Ci sono le ville di grandi scrittori (il Vittoriale di D’Annunzio e la Villa Iolanda del dimenticato premio Nobel Paul Heyse), ci sono i rifugi di grandi borghesi illuminati (il giardino botanico di Arthur Hruska, dentista dell’ultimo zar), c’è il carnet dei vacanzieri prestigiosi (Churchill, Nabokov, Zweig, Somerset Maugham), c’è il soffio drammatico della Storia (la Repubblica di Salò), con i risvolti da pochade (Rachele Mussolini che da Villa Feltrinelli va a Villa Fiordaliso, scavalca la cancellata, elude la sorveglianza e “mena” la Petacci), c’è la Cento Miglia, la più importante regata tra quelle dei laghi europei. Come a Capri, non mancano i personaggi che vi si rifugiarono in fuga dalle convenzioni sociali dei paesi d’origine. D. H. Lawrence vi approdò nel 1912 con la moglie di un suo professore dell’università di Nottingham. Questo soggiorno, molto fruttuoso dal punto di vista letterario, è ora celebrato da una bella mostra, a Gargnano (http://www.dhlawrence.eu/). Insomma, l’avrete capito: alla Capri gardesana manca solo il coté invadente dei noveaux riches, dell’arrembaggio dei turisti mordi e fuggi scaricati dagli aliscafi, della fotografata e twittata mondanità contemporanea. Se volete raggiungere questi luoghi per assaporare la bellezza del paesaggio e l’elegante atmosfera novecentesca, vi chiederete anche dove mangiare. A Villa Feltrinelli, a Gargnano, c’è la raffinatissima cucina di uno dei migliori chef d’Italia, Stefano Baiocco. Ne parleremo presto. Ma cercando qualcosa di più semplice, meno costoso, e tuttavia di prim’ordine, abbiamo il locale per voi. In realtà ce l’ha fatto scoprire proprio Baiocco: il Ristorante al Lido da Adriano, nella frazioncina Villa di Gargnano, direttamente sul lago. Un locale accogliente, per pochi, con un pergolato sul lago e accanto a una tipica spiaggetta di ciottoli. Si mangia sotto le fronde, osservando l’altro versante del lago e i pesci che sguazzano nell’acqua tersa. Ai tavoli c’è Adriano Gramatica, che ha selezionato una considerevole cantina di inconsueta varietà e qualità, e in cucina sua madre Maria. Pesce di mare, per chi non può rinunciarvi: il carpaccio di ricciola e scampi, ma solo quando la materia prima è freschissima. Oppure la selezione di formaggi con mostarde, la pasta fatta in casa – bigoli, tortelloni al formaggio di malga Tremosine, caramelle di zucca. E poi battuta di fassona dell’azienda La Granda, e pesci del lago pescati a Gargnano: coregone, sardine (io le preferisco a quelle di mare), filetti di pesce persico infarinato e cotto in burro e salvia. Non manca una boa per chi arriva in barca. Prezzo medio, per tre portate, 45 euro.