La Pescheria di Catania s’affaccia su Piazza Duomo, quella con al centro la celebre Fontana dell’Elefante scolpito nella pietra lavica. Facendosi largo tra i banchi del mercato, dove la varietà di pesci è tale che se non fossero morti o moribondi sembrerebbe d’essere all’Acquario di Genova, si arriva all’ingresso di una putìa, termine siciliano per “bettola”: un corridoietto ingombro di attrezzature e pietanze, l’immancabile Padre Pio incorniciato, e un mucchio di sarde a beccafico impilate su un piatto. Sulla destra la cucina, lillipuziana. Dentro, una signora piccola ma corpulenta, che vi può solo ruotare su se stessa movimentando pesci e padelle. Poi una sala con sette tavoli, il televisore sempre acceso, un curioso lampadario a spirale con tripudio di dorature, una sfilata di coppe forse vinte da un figlio in qualche torneo di calcio locale. I tavoli hanno la tovaglia, ma sopra c’è un telo di plastica trasparente: è una cosa poco allettante, ma non ti fermi a pensarci, la butti sul pittoresco e ti fai passare le fisime. Sono luoghi dove una donna non si sognerebbe di chiedere della toilette: magari sbagliando, ma si preferisce coltivare il dubbio. Luoghi tuttavia piacevoli, anche perché sono l’opposto dell’aspetto smaltato del sindaco Scapagnini, celebre per aver diagnosticato l’immortalità del suo paziente più famoso, il Capo del Governo. Sindaco onnipresente nelle cronache mondane di Roma, al fianco di una giovane fidanzata: dove lo trova il tempo per andare a Catania?
Torniamo a La Paglia: è una cucina alla buona, appetitosa e tradizionale. Certo, la caponata è unta, però il fritto di calamaro fatto in pentola (non c’è spazio per la friggitrice) è saporito e croccante, gli spaghetti coi ricci sono tra i più buoni che possiate mai mangiare, i gamberini prima che li sgusciassero sotto il vostro naso ancora guizzavano, e la sera vi verrà offerto pesce appena arrivato, quello che l’indomani sarà messo in vendita sui banchi del mercato.
Se appunto ci andate a cena, per digerire le sarde a beccafico vi consigliamo una passeggiata nella vicina via Crociferi, che di notte, con tutto quell’accumulo di chiese barocche fiocamente illuminate, ha una deliziosa aria spettrale, un po’ da “Per favore non mordermi sul collo”. Tutto il contrario dell’immagine letteraria e cinematografica della città, volta a evocare amori torbidi consumati dietro le persiane mentre nella strada batte senza tregua il sole pomeridiano. Conto sui 25 euro.
Trattoria La Paglia, via Pardo 23, Catania. Tel. 095 346838