E’ uno dei ristoranti di bellezza più suggestiva che si possano mai immaginare; ma è anche una delle peggiori cucine che abbia mai provato. Un contrasto in cui tuttavia il primo elemento – la bellezza – è così stupefacente che senz’altro vi consigliamo una visita.
Il ristorante è il Charleston, sulla spiaggia di Mondello, a una quindicina di chilometri da Palermo. Dovete andarci in primavera o in estate, all’ora di pranzo, accomodandovi a un tavolo sulla terrazza del primo piano. Sarete al centro dell’insenatura di Mondello, in una costruzione tardo-liberty-orientaleggiante (inaugurata nel 1913), poggiata a palafitta nel mare turchese. Dal punto d’osservazione del vostro tavolo vedrete solo mare e cielo e bagnanti e cabine di legno e barchette a vela, e vi sentirete parte di una civiltà in cui la bellezza della natura è amplificata dalla bellezza di ciò che l’uomo vi ha costruito. L’edificio è decisamente fané, e con questo vi mette a vostro agio, perché non affligge con l’aria lustra e falsa dei restyling volti a creare ambienti più veri del vero. Nei saloni e sulle scalinate interne, piastrelle e infissi, lampadari e maniglie sono quelli originali. Sulla terrazza, intorno a voi, i clienti hanno l’aria di essere degli habitué, cui il personale si rivolge in un fioccare di “avvocato”, “professore”, “barone”.
Sin qui, dettagli d’ambientazione. Passiamo alla cucina: accarezzati da una brezza persistente, con gli occhi strizzati per la luce che penetra l’ombra, cominciate sfogliando un menu zeppo di errori di battitura; nel frattempo il sommelier vi serve come aperitivo un imprecisato prosecco tiepido. Poi, all’arrivo dei piatti, si prende atto che il problema principale della cucina non è tanto la materia prima quanto i condimenti. L’insalata di gamberi è servita con rucola, arancia, limone, pomodorino, aceto balsamico, foglia d’insalata belga, e annegata in un dito d’olio. Il polpo, invece, in due dita di liquame: sempre olio, probabilmente, ma di un preoccupante colore ambrato. La ricciola al forno – corredata di slavate patatine novelle, spicchi d’aglio brunito schiacciati, pomodorini, battuto di gambi di prezzemolo -, sguazza in un melmoso fondo di cottura che vi costringe a strizzare ogni boccone spremendolo contro il bordo del piatto.
Si spendono circa 55 euro per un pasto completo che, appunto, vi sconsigliamo. Meglio arrivare poco affamati e scegliere qualcosa di estremamente semplice, extra menu: pesce bollito, per esempio. Ma raccomandate che vi risparmino il condimento.