Ci sono ristoranti che rassicurano: il menu non è creativo, quindi capisci cos’hai nel piatto senza che qualcuno ti debba spiegare la particolare tecnica con cui è stato trattato il cibo per scomporlo/rispettarlo/essiccarlo/sferificarlo… Tuttavia, e questo è fondamentale per ogni gourmet, i piatti non si limitano a essere riconoscibili, fermi, fissi e frontali come icone bizantine: le materie prime che li compongono sono state scelte secondo canoni di qualità ben più esigenti che nel passato, le tecniche di cottura sono più rispettose, le composizioni fanno risaltare i sapori delicati anziché coprirli, e c’è un gusto compositivo per cui l’insieme è bello e non solo buono. Tutto questo succede da Romano, storico ristorante viareggino (esiste dal ’66), a pochi minuti dal mare. Calamaretti ripieni di verdure e crostacei, fritto di fiori di zucca farciti con scampi, riso Acquerello con gamberi e calamari, linguine Gerardo di Nola alla viareggina con frutti di mare e pesce, guazzetto di scampi e sparnocchi, crostacei e molluschi gratinati: sono alcuni dei piatti classici di Romano sorprendenti per freschezza, fragranza ed equilibrio. Squisito anche l’agnello della Garfagnana “in manto d’erbe aromatiche e verdure fritte”. Alla qualità della cucina si aggiunge una doviziosa selezione di cantina: leggendo la carta dei vini vi perderete nelle pagine dedicate alla Champagne, tra i vintage di eccellenza e le cuvée più pregiate delle varie maison. Per orientarvi e fare bella figura con i vostri commensali, preparatevi con Bollicineterapia (Salani), l’agile guida della sommelier Chiara Giovoni, “ambasciatrice italiana dello champagne”. Senza bollicine, spenderete circa 90 euro.