I danesi sono fieri del primato di Copenaghen: è la città con la miglior qualità di vita del mondo, a detta di Monocle, celebre rivista specializzata in lifestyle global-fighetto. Un tempo si parlava di Danimarca soprattutto per magnificarne l’eleganza del design. Poi è arrivato Lars von Trier e anche il cinema danese ci è sembrato molto attraente. Infine, la scalata delle classifiche internazionali del ristorante Noma e del suo chef René Redzepi, con il manifesto della cucina nordica, ha reso la capitale una fucina di tendenze gastronomiche. Eccovi dunque qualche consiglio per una visita di 48 ore, come fosse un gustoso boccone della città.
Venerdì pomeriggio
Durante il volo, come amouse-bouche, potreste dedicarvi alla lettura di “L’arte di piangere in coro” di Erling Jepsen (Voland), caso letterario danese che racconta nefandezze famigliari con tono scanzonato alla giovane Holden. Nulla di più lontano dalle cupe atmosfere nordiche dei vicini svedesi. Una volta scesi dall’aereo, prendete il metrò (è il mezzo più comodo e rapido – 20 minuti fino al centro) e, nel breve tratto di strada che vi collega all’albergo, rimarrete stupefatti dalle fiumane di ciclisti (con o senza carrello portabambini/portaspesa/portacani) che fronteggiano lo sparuto traffico automobilistico. Non è un mobbing, né una manifestazione di Legambiente. È la quotidianità. Sciami di giovani filanti lungo le ciclabili. Pensate che qui anche lo scuolabus è un signore in bici che capitana pittoreschi cortei di bambini in triciclo, biciclettina, monopattino.
Venerdì tardo pomeriggio e sera.
Lasciato il bagaglio, partite per una visita del centro. Gita organizzata in bici con guida (prenotata dall’Italia), oppure con bici dell’albergo e mappa, o in bicitaxi (se piovesse o vi sentite pigri). Copenaghen sembra raccolta se la pedalate, ma diventa interminabile ed estenuante se malauguratamente la percorrete in auto. Così come il metrò e i treni, i taxi hanno portabici (nel caso dopocena tornaste euforici e privi di baricentro, oppure si scatenasse una bufera). Gironzolate per il centro storico (sulle mappe detto “City”) e date un’occhiata dal sellino alla maestosa serie di palazzi governativi, dimore reali, giardini. Pedalate lungo il Frederiksholms kanal (alle spalle della biblioteca nazionale completata dall’avveniristico edificio Black Diamond), passate nell’Arsenale, inoltratevi nel cortile di Palazzo Christiansborg sull’isolotto di Slotsholmen. Passate dall’ingresso dell’antica fabbrica della birra Carlsberg, sostenuto da due ciclopici elefanti-cariatidi. Avvicinandovi al parco Tivoli, progenitore di tutti i lunapark (è del 1843), sarete presi dal buonumore (se già non l’avete) per il sottofondo acuto di urla di ragazzini. Alzate lo sguardo: vedrete la vetta di un’altissima giostra con i seggiolini che roteano in cielo, mentre accanto il trenino di un ottovolante vola sui dossi, il tutto nel pieno centro della città e con un aspetto fiabesco à la Tim Burton. Accanto a voi l’enorme municipio in stile neorinascimentale, un simpatico capolavoro del kitsch dei primi del ‘900, e lungo la ciclabile una colonnina contabici. Poche settimane fa, alle 8 di sera, ho fotografato il display: quel venerdì, sino a quella frazione di secondo, erano passate 12.597 bici, per un totale, nell’anno, di 1.959.298. Dopo aver gironzolato lungo i due chilometri del corso principale, e aver pedalato per Vesterbro, l’ex quartiere a luci rosse ora diventato cool, tornate in albergo e preparatevi a un sabato iperattivo.
Sabato mattina
Evitate la colazione in albergo e fatela invece nel nuovo affascinante mercato di vetro, il Torvehallerne, pieno di botteghe per gourmet. Copenaghen è una città di meravigliosi fiorai, e il mercato ha due banchi memorabili. Fotografateli e nel frattempo ripassate le parole d’ordine della città, quelle che sentirete ripetere, come una nenia, da ogni guida, da ogni cameriere di buon ristorante o trattoria, da ogni negoziante o gallerista: design, nuova cucina nordica, biologico, sostenibile, organico, gay, ambiente, connessione, scambio, biodinamico, nuova esperienza.
Passando da Nansensgade, una graziosa strada di caffè, ristorantini organici (persino il parrucchiere lo è), antiquari, gallerie e negozi vintage, dirigetevi verso i 4 laghi artificiali del centro e attraversate il ponte. Siete a NØrrebro, quartiere multietnico e ora molto up to date. Attraversate in bici il settecentesco cimitero Assistens, dove ci sono le tombe di Andersen e di Kierkegaard. Un momento di tristezza? Macché. Per i copenaghesi è soprattutto un posto dove si prende il sole (anche nudi), si fanno picnic o corsi di yoga, si porta il cane, si suona la chitarra. Da lì infilatevi in Jægersborggade: una strada che fino a 3 anni fa era in mano a gang di spacciatori e ora è invece è una centrale dello shopping alternativo, cioè etico, sostenibile, ecc. Accanto a Terroiristen (un wine bar) ci sono due locali da “gastrofanatici”: lo stellato Relæ e Manfreds & Vin. Consiglio un rapido spuntino nel secondo.
Sabato pomeriggio
A questo punto sono le 14. Per digerire pedalate fino al Museo Nazionale e datevi un’ora e mezza per visitare l’indispensabile mostra sui vichinghi, popolazione scandinave costiere dedite a commerci, incursioni, saccheggi e pirateria, che tra l’800 e il 1000 seminarono il terrore raggiungendo con le loro incursioni gran parte del mondo (fino al 17 novembre). Le animazioni che ricostruiscono la loro epopea sono puro cinema. La sezione etnografica del museo ha un’affascinate, e per certi versi anche buffa, collezione di mutandoni e perizomi di pelliccia, eskimi antelitteram, calzari e stivali di pelo, lance per forare il ghiaccio e ami di misure anche gigantesche per pescare nel foro, vestiti coloratissimi per spiccare nel buio degli inverni nordici, copricapi, canoe impermeabilizzate con pelli rasate, abiti-scafandro in pelle depilata delle (sfortunate) popolazioni della Groenlandia, e ogni tipo di scaltra, fantasiosa e anche elegante soluzione escogitata per lottare contro freddo e acqua, incluse le incredibili mascherine di legno, sorta di occhiali da sole senza lenti, con minuscoli fori per le pupille
Alle 4, attraversate il ponte e immergetevi in Christianshavn, un quartiere-isola, con un canale costellato di chiatte, una quantità di magazzini divenuti bar, vecchie case popolari, nuovi uffici e nuova edilizia residenziale, oltre che zona elettiva dei più noti ristoranti della nuova cucina nordica, tra cui il Noma. Entrate a Christiania, l’ormai fallito esperimento sociale che negli anni ’70 tentò di creare una città autogestita e drogatissima, partendo dall’occupazione di una ex caserma e dei terreni abbandonati circostanti. Ora, dopo decenni di discussioni, si è trovato un accordo e gli abitanti di Christiania si sono impegnati a comprare i lotti occupati dalle loro abitazioni. Finché c’è luce fate un bel giro del lago, zigzagando nei meandri delle stradine che si inoltrano tra catapecchie, bungalow, giardinetti fioriti, ruderi e ogni tipo di strampalata architettura fai da te, dove abitano i malandati residui dei libertari di un tempo ma anche i loro figli, sani ragazzoni dall’aria molto sportiva, oltre a famigliole dedite alla meditazione post hippie ecologista. Se vi perdete guardate in alto, tenendo come riferimento la guglia a spirale della Chiesa del Nostro Salvatore, nelle vicinanze di Pusher Street. Questa zona, dove ancora sono in vendita droghe leggere e cianfrusaglie, potete evitarla (è veramente brutta) e finire il pomeriggio e la serata nei locali più vivaci di Christianshavn.
Domenica mattina
Prima di partire è fondamentale una gita fuoriporta. Portatevi il bagaglio e prendete il treno per Helsingør. Dopo circa 35 km scendete a Humlebæk. Il tratto di costa che avete percorso è quello più immobiliarmente ambito dai danesi, con le ville storiche e i campi da golf (c’è anche la casa museo di Karen Blixen), lungo il braccio di mare che li separa dalla vicinissima Svezia. Scesi dal treno dirigetevi al museo Louisiana. È uno dei musei che preferisco al mondo, unico nel suo genere, e da solo vale il viaggio in Danimarca. Lasciate la valigia al deposito e godetevi il parco come fanno i danesi. Leggono, contemplano il mare, fanno arrampicare i bambini sulle piante. Sui prati, tra gli alberi, in mezzo al verde sono collocate spettacolari sculture monumentali di Calder, Arp, Max Ernst, Laurens, Miró, Henry Moore… All’interno del museo un’interminabile serie di corridoi a vetrate sul bosco e sul mare, con opere dei più grandi artisti contemporanei. Una notevole collezione di Giacometti, ma anche acquisizioni più recenti, tra cui – non perdetevele – la magica stanza di Yayoi Kusama (Gleaming Lights of the Souls), e un video a doppia parete di Pipilotti Rist. Abbacinati da tanta bellezza, delle opere e del paesaggio che le ospita, ci si rifocilla nello scenografico ristorante sul mare (organico, va da sé), prima di tornare a prendere il treno per l’aeroporto.
INDIRIZZI UTILI
ALBERGHI
-Vicinissimo alla stazione dei treni e del metrò Nørreport, al centro, all’università, all’orto botanico e al mercato per gourmet Torvehallerne (ottimo per la prima colazione, preferibile a quella dell’albergo)
Kong Arthur
Nørre Søgade 11
Copenhagen
http://www.arthurhotels.dk/hotel-kong-arthur/
Tel. +45 33111212
– Della stessa proprietà e adiacente, poco più economico
Ibsens Hotel
Vendersgade, 23
Copenhagen
Tel. +45 33 13 19 13
– Boutique hotel a Nørrebro, la zona multietnica ora molto trendy, con atelier di artisti, negozi creativi e locali alternativi. A quindici minuti dal centro.
Avenue Hotel
Åboulevard 29
1960 Copenhagen
Tel. +45 35373111
Email: info@avenuehotel.dk
– In centro, nella zona della stazione, del municipio e del parco Tivoli, ex quartiere a luci rosse ora in via di totale ristrutturazione
Hotel Andersen
Helgolandsgade 12
1653 Copenhagen V
Tel. +45 33314610
RISTORANTI
– Il più classico locale della città nel campo degli smørrebrød, cioè i tipici panini aperti danesi (pane, burro e…): combinazioni sterminate sia innovative sia tradizionali.
Ristorante Schønnemann
Hauser Plads 16, 1127 Copenaghen
– Ristorante-negozio di un visionario 23 enne imprenditore del porridge, servito in molte gustose “new nordic interpetation” (una lo fa sembrare risotto)
Grød
Jaegersborggade 50, Copenhagen
groed.com/
– Osteria/negozio. Cibi, birre, vini organici. Piatti molto gustosi e allegri.
Manfreds & Vin
Jægersborggade 40
2200 Copenhagen N
t: (+45) 3696 6593
manfreds.dk/
– Organico, creativo, una stella Michelin, è – dopo il Noma – uno dei ristoranti più trendy della città. Giovane chef della nuova cucina nordica, Christian Puglisi.
Prezzi sostenibili
Restaurant Relæ
Jægersborggade 41, 2200 København
Tel.0045 3696 6609
Ore 17.30 – 24.00
http://restaurant-relae.dk
BAR e PASTICCERIE
– La pasticceria più antica ed elegante della città (1870), un catalogo di ogni possibile fantasia dolce.
La Glace
Skoubogade 3-5
1158 København K
– L’indirizzo giusto per i patiti del te
A. C. Perch´s Tea Merchants
Kronprinsensgade 5
1114 København
– Elegantissimo champagne bar, per cambiare tono dopo una pedalata
Balthazar
Ny Oestergade 6– Copenhagen – Tel: +45 33 12 00 95
http://www.dangleterre.com/restaurant-bars/balthazar/
NEGOZI e GALLERIE
– Il mercato per gourmet ed esteti. 40 banchi, tra accessori da cucina, negozi di fiori, panettieri, pasticceri, bar per aperitivi, fruttivendoli, birrai…
Torvehallerne
Frederiksborggade 21
1360 København K
torvehallernekbh.dk
– Lampadari “ecofriendly” in betulla o frassino
flacodesign
Jægersborggade 47, 2200 Copenaghen
– Un’allettante selezione dei classici del design danese. Tornerete con una poltrona?
Vesterbrogade 137
(Aperto 10-17:30)
– Artigiani e artisti: produzioni di giovani designer danesi
DESIGNER ZOO
Istedgade 80
(aperto 11-18)
– Vasi bianchi trasparenti, che sembrano di carta di riso e invece è ceramica. Perfetti per contenere candele.
Keramiker Inge Vincents
Jægersborggade 27, 2200 København
www.vincents.dk
– Abbigliamento vintage di grandi marchi e una selezione di vestiti nuovi eccentrici, eleganti, molto femminili
KENDT
Nansensgade 52, 1366 København K
www.facebook.com/kendtdesign
– Abiti, gioielli e accessori di giovani stilisti e creatori danesi
UNIKA
Kompagnistræde 3, 1208 København K.
+45 3311
– Una galleria che rappresenta artisti emergenti
galerie Mikael Andersen
Bredgade 63
1260 København K
t: +45 3333 0512
www.mikaelandersen.com/
– Arredi di design scandinavo vintage 1920-70
Klassik
Bredgade 3, 1260 København
http://klassik.dk
– Artista dei fiori e interior decorator
Tage Andersen Boutique, Ny Adelgade 12, www.tage-andersen.com/
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– Visite guidate in bicicletta:
Mike Sommerville
tour di tre ore diurno o due ore e mezzo serale, 40 euro inclusa bici e spiegazione in inglese
www.bikecopenhagenwithmike.dk
– Previsioni del tempo
– Il sito che ha una risposta per ogni domanda sulla Danimarca e Copenaghen, incluse quelle su distanze, orari, trasporti e cOPENhagen card (che vale per mezzi pubblici, treni, musei ):
www.visitdenmark.it