Camilla Baresani

Sommario

POST-CLASSICI ai Fori Imperiali

- Io Donna - Corriere della Sera - Storie

La verità, vi prego, sui Fori Imperiali. Quand’è stata l’ultima volta che ci avete passeggiato? Io ero alle medie e ricordo l’entusiasmo per una bellezza perfetta, viva a differenza di quei mortori dei musei, con le teche straripanti di minutaglie archeologiche; e ricordo anche di essermi stupita per le piante del Palatino, grondanti di arance, divisa tra la preoccupazione che i turisti le rubassero tutte (come se fossero parte del valore archeologico del sito e guai a chi le toccava) e lo stupore che almeno i custodi non ne approfittassero. Poi ho scoperto che sono melangoli, arance amare, e che le strade di Roma ne sono piene. E voi? Ci siete stati in gita scolastica? Portati dai genitori? Andati nel vostro primo viaggio di nozze? Una mostra molto allettante, Post-classici, è l’occasione per tornarci e visitare il più spettacolare parco archeologico del mondo, ragionando su temi che credo siano cari a tutti noi: il concetto di classico, il concetto di tradizione culturale, il concetto di contemporaneità. Rifiuto, reinvenzione, contaminazione.

È un’occasione davvero straordinaria. Vincenzo Trione, ideatore e curatore della mostra, ha selezionato diciassette artisti italiani nella cui arte risuona il dialogo, e lo scontro, con la classicità: “Per la prima volta il Foro Romano e il Palatino sono ‘contagiati’ dall’arte contemporanea. La (giustamente) severa Soprintendenza per i Beni Archeologici ha concesso di allestirvi opere che al 90% sono state create specificamente per il luogo dove le vedrete esposte”. L’itinerario, che in alcuni tratti pare una meravigliosa passeggiata di campagna, vi porta dal Tempio di Romolo al Tempio di Venere e Roma, nella Vigna Barberini, nel Museo Palatino e lungo lo stadio (che in occasione della mostra riapre al pubblico dopo anni di restauri), e nel criptoportico neroniano. Sullo sfondo, il Colosseo e l’Arco di Tito; davanti a voi, la suggestione delle rovine e delle opere dei “senatori” dell’arte povera (Kounellis, Pistoletto, Paolini), del transavanguardista Paladino, dei “solisti” Parmiggiani, Longobardi, Albanese e Beecroft, dei fotografi Jodice e Biasucci, e Pietrosanti, Botta, Aquilanti, Colin e i giovani ZimmerFrei, Alis/Filliol e Barocco.

Anziché una mostra di materiali eterogenei ospitati nella splendida cornice di…, Trione ha dunque individuato una tendenza dell’arte contemporanea italiana, una sorta di virus dell’antichità, il post-classicismo, che distingue le opere esposte dall’imperante moda dell’ “international style”.

Il catalogo della mostra contiene una gran quantità di succose citazioni degli autori più vari sul concetto di “classico”. Per esempio quella di Italo Calvino: “Classico è ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona”. E J. M. Coetzee: “Ciò che sopravvive alla peggiore barbarie, sopravvive perché generazioni di individui non riescono a farne a meno e perciò vi si aggrappano con tutte le forze – questo è il classico”. Molto interessante, nel catalogo, anche la passeggiata di Emanuele Trevi nei luoghi della mostra. Ci ricorda che c’è stata una “domesticazione delle rovine”. Prima di divenire un sito archeologico protetto, il sito veniva chiamato “Campo vaccino” perché era un pascolo di mucche, coperto di baracche e vegetazione selvatica, una sorta di favela. E quelle stesse rovine che ora vediamo restaurate e con rilievo monumentale, Piranesi le ritrasse con maestà spettrale, rovine tra le rovine, con un istinto opposto a quello di un archeologo, raffigurando la simbiosi tra rovina e paesaggio naturale, non addomesticato.

 

POST-CLASSICI. La ripresa dell’antico nell’arte contemporanea italiana.

A cura di Vincenzo Trione

Foro romano e Palatino, 23 maggio – 29 settembre.

Lunedì-domenica dalle 8,30 a un’ora prima del tramonto.

Prenotazioni e visite guidate: www.coopculture.it, tel.: 06 39967700

Informazioni: http:/archeoroma.beniculturali.it

Catalogo: POST-CLASSICI, Electa, con contributi di Vincenzo Trione, Marcello Barbanera, Alessandro Piperno, Maurizio Bettini, Gianni Canova, Emanuele Trevi